Il viaggio a Sanpei è iniziato.
I bambini sono entrati immediatamente nell’atmosfera fantastica e avventurosa di un viaggio che li sta avvicinando al mondo marino e al pesce. Le insegnanti Maura e Sabrina delle classi quinte della scuola Palocco 84 e Teresa della classe terza della scuola IV Novembre hanno dato un contributo sostanziale per la realizzazione di questo primo momento educativo sia a livello relazionale sia mettendo a disposizione competenze e sapere. Il viaggio inventato dai bambini è stato registrato nel diario di bordo, redatto dalla dietologa o meglio “nostroma”, Ylenia Brafa. Con entusiasmo i bambini hanno preparato il viaggio in un’isola a circa 6 ore dal porto di Ostia, la traversata è stata compiuta su un veliero. I bambini si sono preparati a conoscere una realtà culturale e sociale in cui gli aspetti antropici sono ridotti all’ essenziale e quindi anche l’alimentazione si basa su materie prime non trasformate fra le quali primeggia il pesce. Gli alunni hanno ricevuto diversi stimoli percettivi (conchiglie, bastoncini, suoni, ecc.) che sono serviti da aiuto per incontrare e riconoscere le emozioni legate al mare. Le caratteristiche dell’ambiente marino sono state descritte nei suoni, negli odori e nelle sensazioni cenestesiche. In generale le emozioni suscitate dal mare sono positive: il mare è associato alle vacanze, alla libertà di movimento e al gioco. Non mancano i bambini che sottolineano gli aspetti negativi: la paura dell’acqua, il cattivo odore del pesce, il mal di mare.
I suoni del mare sono quelli dei gabbiani, delle onde che si rompono sul veliero, del legno che cigola, del vento, delle loro voci confuse nel rumore del mare e del vento.
Gli odori del mare sono quelli del pesce, del sole, dei sassolini, della freschezza, dei molluschi e delle alghe.
I bambini nella narrazione fantastica si cimentano nell’esperienza di pescare il pesce per poi mangiarlo. Il pescato è ricco ma la scelta di cosa mangiare è diretta ai pesci senza spine. Sono pochi i bambini che rifiutano il pesce, motivando tale scelta con un sapore non piacevole. Emerge una scarsa esperienza alimentare relativa al pesce.
Il percorso è terminato con l’introduzione al laboratorio che sarà svolto dagli attori di Onda Teatro e con l’imminente arrivo all’isola di Sanpei.
Le insegnanti delle classi V hanno proseguito l’attività educativa con un gioco, per convincere gli scolari più diffidenti nei confronti del pesce ad assaggiarlo: ogni bambino ha scritto tre buoni motivi per mangiare il pesce mentre i bambini che hanno manifestato il rifiuto hanno indicato le ragioni del loro rifiuto.
L’insegnante della classe terza nelle giornate successive all’incontro ha fatto rappresentare con un disegno la prima tappa del viaggio all’isola di Sanpei.
Riportiamo l’esperienza della classe V di Casal Palocco, insegnante Sabrina:
“ il pesce è un alimento sano,
aiuta la crescita e la memoria,
fa bene alla salute,
è buono,
contiene proteine,
non fa ingrassare,
le cose fritte piacciono a tutti i bambini,
è un peccato non assaggiare un cibo così buono,
è come mangiare un tesoro...perché ha il colore dell'oro ed è croccante,
è l'unico alimento fresco da poter mangiare su una barca,
assaggiare un cibo nuovo è una nuova esperienza da provare,
il pesce fritto è un cibo appetitoso,
ha un odorino delizioso... che non puoi resistere,
vale la pena sempre assaggiare gusti nuovi,
potresti scoprire di esserti perso dei cibi fantastici,
è una pietanza deliziosa”.
Anche la maestra Sabrina, dopo che i bambini l’hanno coinvolta come parte della
ciurma, ha detto la sua:
“il pesce va mangiato...anzi divorato...perché, come tutte le cose buone,
non vanno dosate...e quando si "sgarra" il gusto ci guadagna...
inoltre il pesce fritto, caldo e profumato...ci fa passare la voglia di
metterci a dieta...!!!!
Pesce e patatine fritte sono il piatto del Paradiso!!!!
Spero che vada bene...”
Dulcis in fundo, Lorenzo ha detto di aver deciso di assaggiarlo perché i
consigli dei compagni gli hanno fatto venire una gran voglia di pesce.
Gabriele lo proverà per crescere.
Rimane riluttante solo Federico che ha detto che non si lascerà
convincere perché il pensiero di mangiare un pesce gli fa paura e gli fa pena
vederlo morto nel piatto!
Tanti e tanti anni fa, così tanti che non potete neanche immaginare quanti, splendeva nel cielo una numerosa famiglia di stelle piccine piccine, ma luminosissime, forse le stelle più luminose di tutto l’universo.
Erano stelle molto, molto vanitose e ogni notte dall’alto del cielo, si specchiavano sull’acqua del mare, e nella volta infinita echeggiava la loro vocina:
“Guardate la nostra luce, guardate com’è intensa, chiara, sembra argento puro…”
“Guardate i nostri riflessi, guardate come palpitano vivi sulla nera acqua del mare…!”
“Guardate gli umani, guardate come ci ammirano...stanno tutti con la testa
all’insù!”
Insomma, erano insopportabili.
Le altre stelle ascoltavano, guardavano e rispondevano che davvero sì la loro luce sembrava argento; che davvero sì riflessa sull’acqua nera del mare pareva viva; che davvero sì gli umani le ammiravano molto…
In realtà, rispondevano solo per educazione, ma segretamente speravano che stessero, finalmente, un po’ zitte.
Ma le stelline, vanitose, anche durante il giorno continuavano a parlare e a parlare e a parlare, senza mai prender fiato una volta.
E si lamentavano:
“Non è giusto, nessuno di giorno può vedere la nostra splendida luce d’argento…”
“Accidenti, potremmo essere molto più ammirate dagli uomini se ci potessero vedere anche alla luce del sole…”
“Uffa che noia, di giorno non sappiamo che fare perché non possiamo vedere la nostra bellezza riflessa sul mare…”
Una notte, in cielo, c’era la luna piena. Pareva un disco di diamante purissimo, dal quale partiva una luce talmente splendente da rendere il mare bianco come platino fuso. Le stelline chiacchieravano ininterrottamente come al solito, ma stavolta erano rose dall’invidia:
“Ma guardala, osa oscurare con la sua luce i nostri splendidi riflessi d’argento!”
“Solo perché è più grande di noi si crede tanto bella”
“Bella lei, con quella facciona così larga e così tonda!”
E la luna, dal carattere dolce, mite e sensibile, a sentire quelle frasi soffriva e piangeva in silenzio. E tutti gli altri astri che amavano la luna, perché era dolce, mite e sensibile, piangevano con lei.
Il Buon Dio, vedendo la pace del suo regno rischiare di naufragare in un mare di lacrime, perse, come raramente succedeva, la pazienza.
Guardò severamente le stelline e tuonò:
“E allora!?! Ho ascoltato per anni, di notte, le vostre superbie, ho ascoltato per anni, di giorno, le vostre lamentele, e sono sempre stato paziente. Tutte le cose che ho creato sono perfette, voi no! Siete troppo vanitose e vi credete le più belle creature del cielo. E soprattutto siete troppo lamentose e non capite invece che la vostra vita è sublime. Qui in cielo non vi stancate, non vi affannate, non soffrite la fame e la paura. A forza di parlare a sproposito siete riuscite persino a far piangere la luna, ottima, dolce e utile creatura che governa le maree, le nascite, il pane e il vino.
Ora basta, ho deciso: vi toglerò da qui e vi manderò in quel luogo che tanto vi piace usare come specchio: il mare!”
Con un gesto imperioso della mano, il Buon Dio strappò le stelline dalla volta celestee le gettò in mare.
“Ecco, finalmente gli umani potranno godere giorno e notte del vostro splendido color argenteo, che però non sarà più eterno, ma fuggevole come un sospiro.
E potranno continuare ad apprezzarvi molto sì, ma come cibo.
E da oggi sarete costrette a correre, a stancarvi, a patir la fame e la paura.
E soprattutto, come tutti i pesci, starete finalmente zitte per sempre!”
Fu così che il giorno dopo, le reti dei pescatori si riempirono per la prima volta di innumerevoli esemplari di piccoli pesci
lucenti come argento vivo
che da allora e per sempre furono chiamate acciughe. Anchioe.
Alici.
Anciùe.
Anchois.
Anciuovi.
Sardelle.
Acciughe.
Disegno di Francesco
disegno di Anais